Museo Diffuso, Museo Interattivo: il caso di Torino

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Logo del Museo Diffuso

Il “Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà” apre al pubblico nel 2003 con un allestimento permanente dal titolo “Torino 1938-1948: dalle leggi razziali alla Costituzione”. Si tratta di un allestimento museale di notevole importanza storica e didattica che da più di dieci anni attira visitatori provenienti da tutto il territorio nazionale, soprattutto scolaresche e associazioni.
Frutto di un lavoro ingente da parte dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” e dello studio N!03, il Museo Diffuso ospita, oltre all’allestimento già citato, diverse mostre temporanee di carattere storico e civico che si susseguono nel corso dell’anno.
Il cuore del Museo è rappresentato però dall’allestimento originario, dedicato alla storia di Torino tra gli anni ’30 e ’40 del ‘900. Gli elementi che rendono questo Museo così attraente per le scuole (e non solo) sono principalmente due. Innanzitutto lo stretto legame tra il Museo e la città di Torino. Si tratta infatti di un Museo Diffuso, che invita il visitatore a non fermarsi all’allestimento rinchiuso all’interno del Palazzo dei Quartieri Militari, ma a continuare la visita nel territorio circostante, ricco di luoghi che testimoniano di un passato ancora vivo e presente.
Il secondo punto di forza di questo Museo consiste nell’allestimento multimediale e interattivo attraverso il quale viene raccontata una storia ben precisa. Le vicende di Torino tra il 1938 e il 1948 sono narrate mediante un percorso museale costruito come una immaginaria metropolitana delle memoria.

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Esempio di fermata della “Metropolitana della Memoria”

Dopo aver acquistato il biglietto e aver ricevuto in dotazione delle cuffie audio, il visitatore viene invitato a scendere nei sotterranei del Palazzo per iniziare il suo percorso di visita. Le prime quattro stazioni della metropolitana (rappresentata graficamente da linee bianche che corrono lungo il pavimento delle sale) sono dedicate ad alcuni aspetti della vita torinese negli anni della guerra. Le fermate VIVERE IL QUOTIDIANO, VIVERE SOTTO LE BOMBE, VIVERE IL REGIME e VIVERE L’OCCUPAZIONE sono tutte strutturate nello stesso modo: un breve documentario, costruito con fonti d’archivio audio e video, informa il visitatore sul tema della stazione, mentre due testimoni con i quali ci si trova “faccia a faccia” (grazie alla proiezione della loro testimonianza all’interno di specchi che si attivano con il passaggio dell’utente) raccontano della propria esperienza.

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Tavolo multimediale dei Luoghi della Memoria

Terminata questa prima parte del percorso, le linee della metropolitana conducono ad un tavolo multimediale dove sono raffigurati alcuni luoghi della memoria della città di Torino legati alla seconda guerra mondiale. Attivando con la mano i pannelli bianchi associati ai dodici luoghi rappresentati, si approfondisce non solo la storia del luogo selezionato, ma anche il significato che questo assume in relazione alle fermate tematiche appena superate. Ciascun luogo, infatti, è collegato idealmente a una delle stazioni della metropolitana e attraverso gli approfondimenti proposti, si scoprono nuovi episodi della storia torinese.
Prima di proseguire con la terza parte della visita, è possibile visitare il rifugio antiaereo costruito negli anni ’40 nei sotterranei dell’edificio. Grazie alle testimonianze che si possono ascoltare all’interno e agli effetti audio che simulano i rumori delle bombe, la visita al rifugio è, forse, il momento più emozionante dell’intero percorso.
Una volta risaliti dal rifugio, è possibile completare il percorso museale affrontando le ultime due stazioni della metropolitana dedicate alla Liberazione e alla Costituzione. VIVERE LIBERI è strutturata in modo diverso dalle fermate precedenti. Attraverso il racconto di quattro testimoni, vengono narrate le diverse forme di liberazione che hanno coinvolto i cittadini torinesi: la liberazione dal nazifascismo, la liberazione dai campi di concentramento, il ritorno alla vita “normale” dopo l’esperienza resistenziale e la conquista del voto per le donne. La visita si conclude al capolinea VIVERE LA COSTITUZIONE dove vengono affrontati alcuni principi chiave della carta costituzionale attraverso la lettura di testi. Il visitatore è invitato a sedersi di fronte ad alcuni attori e a farsi coinvolgere dalle letture dei brani: un chiaro invito a far propri e a partecipare alla tutela dei principi fondamentali della Costituzione italiana.
Ed è proprio con la Costituzione che si conclude il percorso di visita. La storia di Torino appare più chiara, anche grazie all’espediente narrativo attraverso il quale viene raccontata all’interno del Museo. Affrontando tematiche ben precise e approfondendo alcuni aspetti della storia locale, grazie alle parole dei testimoni e alle tracce presenti nei luoghi di memoria, si scopre una Torino nuova, caratterizzata da un passato ricco di avvenimenti e protagonisti.
Oltre alla dimensione narrativa, la forza di questo Museo è rappresentata anche dal suo allestimento multimediale. L’inserimento di video all’interno di specchi e l’attivazione di pannelli attraverso il contatto fisico, permettono al visitatore di entrare a fare parte della storia che qui viene raccontata. Il coinvolgimento emotivo è quindi uno degli obiettivi raggiunti da questo tipo di museo. L’utente, una volta terminata la visita, si ricorderà delle parole di un testimone o di un episodio accaduto in un determinato luogo e, grazie a questi ricordi ed emozioni, sarà spinto ad approfondire la conoscenza di questi avvenimenti e del contesto storico nel quale sono accaduti. L’allestimento multimediale può quindi essere utilizzato come ponte di passaggio che conduce dall’emozionalità all’approfondimento conoscitivo.
Questo tipo di allestimento interattivo, unito alla nuova prospettiva di ricerca e di narrazione storica, fanno del Museo Diffuso di Torino non solo un piccolo gioiello culturale della città, ma anche e soprattutto un ottimo esempio di comunicazione culturale.

 

Articolo pubblicato sul blog del Master in Comunicazione storica, 14 maggio 2014.

 

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